Un anno fa nasceva ufficialmente a Palermo il movimento Professonistiliberi che si batte per ua sensibilizzazione degli Ordini professionali in tema di lotta alla mafia e ala corruzione. pubblichiamo qui la lettera appello del presidente Emanuele Nicosia.
E’ trascorso un anno dal 15 ottobre 2011, era un sabato mattina ed al Teatro Biondo storica location nel cuore della città di Palermo, davanti ad una platea gremita in ogni ordine di posto, alla presenza qualificata delle autorità della magistratura e delle forze dell’ordine in contrapposizione alla incredibile assenza delle autorità politiche istituzionali, il Comitato Professionisti Liberi si è presentato all’opinione pubblica con i suoi primi 1000 sottoscrittori del manifesto ed ha varato quel processo di autofondazione del movimento finalizzato alla costituzione di un soggetto pubblico.
Di quella storica mattina, mi rimbombano ancora dentro parole accorate di Valerio D’Antoni di Addiopizzo che nel suo intervento appassionato sulla qualità del consenso ha esortato i cittadini ad essere CONSAPEVOLI DEL LORO POTERE, un potere da esercitare quotidianamente in tutte le scelte , una consapevolezza che in primis riguarda anche i liberi professionisti ed il loro essere parte attiva, con un ruolo sociale nell’esercizio delle professioni..
Di grande effetto anche le parole di Umberto Ambrosoli testimonial d’eccezione che dal padre ha ereditato la rettitudine e la lucidità di pensiero, che ha portato a Palermo la sua esperienza di avvocato libero professionista nel periodo degli anni di piombo e delle brigate rosse.
Autorevoli ed incisivi anche gli interventi di Ivan Lo Bello di Confindustria che ha sottolineato come un economia della legalità ha bisogno di imprese pulite e di professionisti veramente liberi e vocati alla legalità.
Anche Tano Grasso storico presidente della FAI ha evidenziato come può essere dirompente il concetto del consumo critico applicato anche ai liberi professionisti che si riconoscono in un gruppo che dice chiaramente di non prestare i servizi professionale alla mafia ed a chi la fiancheggia.
Ha chiuso i lavori il magistrato Maurizio de Lucia della DIA che ha sottolineato l’importanza di iniziative come quelle del comitato professionisti liberi che dopo Addiopizzo e Libero Futuro, sancisce con forza che Palermo troppo volte additata come capitale della mafia, è in grado attraverso la società civile di esprimere i migliori anticorpi al fenomeno mafioso.
Il 16 ottobre il comitato professionisti liberi è finito nelle cronache di tutti i giornali in modo bipartisan e trasversale, dal Manifesto ad Avvenire, passando per il Sole 24 ore , la Stampa, Repubblica ed il Fatto Quotidiano, tutta gli addetti ai lavori hanno condiviso la bontà dell’iniziativa evidenziando come finalmente anche nel mondo delle professioni qualcosa si stava muovendo dal basso per sbiancare quella zona grigia dove alcuni professionisti trovano collocazione.
Sono arrivate tante attestazioni di stima anche dal mondo di chi le professioni rappresenta e cioè dagli Ordini professionali, il Consiglio dell’Ordine degli ingegneri di Palermo, il Consiglio l’Ordine degli agronomi di Palermo ed i componenti del Consiglio regionale dell’Ordine dei geologi , hanno sottoscritto il manifesto ed hanno invitato il loro iscritti a fare altrettanto , e per noi questo è stato un vero successo, mentre con altri Ordini abbiano avviato un dialogo costruttivo, con altri e specificamente con l’Ordine degli avvocati di Palermo siamo entrati in forte polemica per le determinazioni assunte da quest’ultimi sui contenuti del nostro decalogo.
Il messaggio del nostro decalogo è chiaro e trasparente, con l’Ordine degli avvocati dopo l’iniziale forte polemica stiamo cercando di dialogare, ma francamente non riusciamo a capire sino alla fine quale è l’obiettivo reale di chi rappresenta una professione delicata come quella dell’avvocato esercitata in una realtà difficile come quella palermitana e siciliana.
Ma questi incidenti di percorso, certamente non rallentano la nostra marcia verso un mondo delle professioni libero da condizionamenti ed ispirato ai principi di etica e legalità. La nostra esperienza documentata con un sito sempre aggiornato www.professionistiliberi.org, e con una frequentatissima pagina di facebook, inizia ad essere condivisa dai cittadini, il comitato è diventato l’interfaccia di chi ha vicende spiacevoli da denunciare che coinvolgono professionisti sia liberi che pubblici dipendenti, ci troviamo spesso ad assistere chi nel mondo del lavoro viene vessato come professionista , ma veniamo anche coinvolti in iniziative della società civile dove portiamo la nostra esperienza sul campo.
In questo ultimo anno, abbiamo organizzato un convegno all’interno della festa di Addiopizzo, dal titolo Investimenti di legalità dove abbiamo sancito il principio che operare nella legalità conviene e rappresenta un vero investimento per il futuro, sopratutto per i giovani professionisti che si affacciano al mondo del lavoro.
Questa attività è punteggiata da momenti davvero speciali con e quelli vissuti a giugno 2012 quando l’Ambasciatore britannico in Italia , in visita a Palermo, oltre al Sindaco ed a Confindustria, ha voluto incontrare il nostro comitato per avere raccontata questa esperienza che ha oltrepassato i confini nazionali ed è approdata oltre manica , in una nazione dove le norme etiche a volta hanno un valore superiore alle norme di legge.
In questo work in progress, adesso abbiamo deciso di fare rotta su gli Ordini professionali; se gli Ordini non si interessano alla nostra attività saremo noi ad andare nei Consigli degli Ordini, impegnati adesso a recepire la riforma delle professioni, ed a riscrivere le norme deontologiche, e metteremo sul tavolo di discussione le nostre argomentazioni e le nostre proposte.
Siamo consapevoli che la strada è lunga, che ci siamo scelti un percorso in salita ed irto di difficoltà diciamo che abbiamo deciso si spalare la via maestra da quella montagna di letame prodotta da alcuni professionisti che con i loro comportamenti illeciti, illegali e troppo spesso immorali, gettano fango sulle loro rispettive professioni, le espongono al pubblico ludibrio e mettono tutti i professionisti in una condizione di sofferenza.
Non abbiamo la sindrome di Torquemada, non vogliamo fare gli sceriffi o i giustizialisti, vogliamo solo tirare fuori la testa dalla sabbia ed accendere fari su quella zona grigia dove troppo spesso si annidano le relazioni più malsane tra mondo della criminalità e mondo delle professioni.
Diciamo che condividiamo in pieno il pensiero del magistrato Pier Camillo Davigo che in una intervista sul tema della corruzione ebbe a dire «……….Se io invito lei a cena e la vedo uscire da casa mia con le posate d’argento in tasca, non aspetto la Cassazione per non invitarla di nuovo. Anzi, non la invito più, nemmeno se l’assolvono perché dimostra di essere cleptomane, o distratto. A me basta averla vista andar via con l’argenteria in tasca……………..».
E dopo questa significativa citazione di Davigo , mi avvio a concludere ribadendo che Noi ci siamo e siamo liberi per scelta e non per professione, e per avere più voce cerchiamo compagni di viaggio e sottoscrittori del nostro decalogo che trovate on line su www.professionistiliberi.org , . Una firma che non costa nulla in termini economici ma che impegna il professionista in quanto tale ma anche come cittadino e consumatore, a fare una scelta etica e di legalità per dare un contributo di civiltà.
Emanuele Nicosia architettoPresidente Comitato Professionisti Liberi