Università Kore di Enna, multa di un milione di euro dall’Autorità Anticorruzione. Una nuova batosta per l’Università di Enna, dopo quella del Sole 24 Ore, che nel suo annuale censimento delle Università italiane l’ha classificata ultima tra gli atenei non statali.
La Guardia di Finanza a seguito di alcuni controlli, per alcune irregolarità segnalate dall’Autorità nazionale anticorruzione, ha notato delle mancanze nella tracciabilità dei flussi finanziari per quanto riguarda gli appalti della nuova Biblioteca. La sanzione potrà essere ridotta di un terzo, e quindi pagare una cifra che si aggira intorno ai 344mila euro, se l’amministrazione dell’ateneo pagherà entro 60 giorni. In ogni caso le indagini sono ancora in corso, in modo da poter accettare che non ci siano altre irregolarità.
L’università Kore, in particolare, è stata sanzionata dalla guardia di finanza per avere violato gli «obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari» per oltre 10 milioni di euro. Gli appalti sotto la lente oltre alla costruzione della biblioteca riguardano anche altri due edifici destinati a svolgere attività didattiche e di ricerca della facoltà di Ingegneria e architettura. Opere finanziate grazie a contributi regionali per 12 milioni 402mila 500 euro rimborsabili a tasso zero.
Secondo gli investigatori, il responsabile unico del procedimento per conto dell’Università Kore, «avrebbe omesso di indicare nei documenti di pagamento i due codici di riferimento che assicurano la tracciabilità dei flussi finanziari». La Finanza sottolinea che «l’attività ispettiva è destinata a protrarsi, attesa la necessità di escludere che gli amministratori dell’ateneo ennese possano essere incorsi in altre difformità che siano andate ad incidere sulla corretta e regolare gestione degli appalti». Ecco il comunicato del Comando della Guardia di Finanza di Enna:
A seguito delle irregolarità segnalate dall’Autorità Nazionale Anticorruzione che era intervenuta su un appalto bandito dalla “Libera Università degli Studi di Enna «Kore»”, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Enna ha disposto nei giorni scorsi l’accesso presso i cantieri di lavoro appaltati dalla UKE, allestiti per la costruzione del plesso destinato ad ospitare – nella frazione Sant’Anna – la biblioteca di ateneo, nonché di due edifici costituenti la “KO.R.E. Platform”, destinati ad ospitare, in contrada Santa Panasia, le attività di didattiche e di ricerca della facoltà di ingegneria ed architettura. L’azione ispettiva ha consentito di constatare palesi irregolarità nella gestione degli appalti, in parte già evidenziate dall’Autorità centrale di vigilanza.
Le due opere cantierate sono state finanziate nell’ambito del PO FESR Sicilia 2007-2013, Fondi di Sviluppo Urbano (FSU) – Piani Integrati di Sviluppo Urbano (PISU), nel quadro dell’iniziativa JESSICA. A seguito dell’approvazione del progetto, l’Università Kore si è vista riconosciuta un contributo rimborsabile a tasso zero del valore complessivo, comprensivo di IVA, di Euro 12.402.500. Come noto, in relazione ai contratti di appalto di lavori, forniture e servizi, la normativa antimafia, prevede una serie di adempimenti a carico delle stazioni appaltanti, degli appaltatori, dei sub-appaltatori e dei sub-contraenti della filiera delle imprese, al fine di assicurare la tracciabilità dei flussi finanziari e prevenire possibili infiltrazioni criminali.
Le disposizioni prescrivono, tra l’altro, l’obbligo di riportare sugli strumenti di pagamento, in relazione a ciascuna transazione posta in essere dalla stazione appaltante, il Codice Identificativo di Gara (CIG), attribuito dall’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici e, trattandosi altresì di opere finanziate con risorse pubbliche, anche il Codice Unico di Progetto (CUP), assegnato dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica. Il Responsabile Unico del Procedimento, per conto dell’Università Kore, con riguardo ai due appalti in argomento, ha omesso di indicare nei documenti di pagamento i due codici di riferimento, non assicurando così la tracciabilità dei flussi finanziari.
La sanzione pecuniaria applicabile in questi casi varia da un minimo del 2% ad un massimo del 10%, commisurata al valore complessivo delle transazioni già perfezionate, che sono state quantificate dai militari della Compagnia di Enna in Euro 10.309.315. Nei prossimi 60 giorni, l’amministrazione dell’Università avrà la possibilità di estinguere la violazione mediante il pagamento di una sanzione in misura ridotta di Euro 343.644, pari ad 1/3 di quella massima prevista (Euro 1.030.932).
Trascorsi i termini senza che l’Università abbia esercitato tale facoltà, gli atti saranno trasmessi al Prefetto presso l’Ufficio Territoriale del Governo di Enna, competente per l’eventuale emissione dell’ordinanza-ingiunzione di pagamento. Intanto però l’attività ispettiva è destinata a protrarsi, attesa la necessità di escludere che gli amministratori dell’ateneo ennese possano essere incorsi in altre difformità che siano andate ad incidere sulla corretta e regolare gestione degli appalti.