La Facoltà di Medicina rumena all’Università di Enna è legittima. Il giudice civile di Caltanissetta ha confermato la legittimità dei corsi di Medicina e professioni Sanitarie dell’università romena Dunarea de Jos di Galati promossi dal Fondo Proserpina, interfaccia all’università di Enna dell’ateneo romeno, rigettando il ricorso presentato dall’Avvocatura distrettuale dello Stato sulla legittimità dell’avvio delle attività didattiche dei corsi di laurea romeni. I giudici hanno dato ragione al Fondo Proserpina e all’ateneo romeno che in base ai trattati europei avevano più volte affermato la legittimità dei corsi. Il ministero dell’Istruzione, che aveva presentato ricorso, non recede: “L’ordinanza del Tribunale di Caltanissetta sulla legittimità del corso di laurea in medicina a Enna è misura cautelare e non entra nel merito. Resta ferma la nostra posizione a tutela della qualità della formazione dei nostri studenti: non c’è qualità senza accreditamento dei corsi di studio e nessun accreditamento è stato riconosciuto all’Università romena Dunarea de Jos Galati da parte del ministero dell’Università italiana”, dice il ministro Stefania Giannini.
Nei mesi scorsi i locali della facoltà nell’Asp erano stati posti sotto sequestro dalla procura dopo che il ministero della Pubblica istruzione aveva dichiarato illegittimi i corsi di lingua romena organizzati dalla facoltà in partnership con la la Srl che tra i soci ha l’ex senatore del Pd Vladimiro Crisafulli. L’ex parlamentare ora indagato dalla Procura, che ha aperto una inchiesta, con l’accusa di abuso d’ufficio e occupazione di edificio, assieme all’ex commissario straordinario dell’Asp, Giuseppe Termine, l’attuale direttore generale, Giovanna Fidelio e il direttore sanitario, Emanuele Cassarà, e a un funzionario dell’Asp accusato di falso. Tutti indagati in conseguenza alla scomparsa del protocollo siglato tra l’Azienda sanitaria e il Fondo Proserpina che metteva i locali a disposizione dell’Università romena.
Lo scorso 14 dicembre sarebbero dovuti cominciare i corsi di laurea. Nei mesi precedenti era arrivata la diffida della Regione, attraverso l’assessorato alla Salute, che seguiva quelle del ministero dell’Istruzione e della prefettura ennese. L’indagine è stata svolta dalla Guardia di Finanza che ha eseguito il provvedimento “per impedire la continuazione di una occupazione di cui non si trova alcun presupposto legale”. I corsi di romeno erano iniziati lo scorso 12 ottobre, i 54 studenti iscritti, che hanno già versato la prima rata dei 2.200 euro previsti, hanno frequentato a ritmo serrato le lezioni.
Il Miur aveva chiesto al giudice civile nisseno un provvedimento cautelare d’urgenza “ex articolo 700”, contro il Fondo Proserpina Srl, l’Università Kore di Enna, l’Asp di Enna, l’università romena, gli assessorati regionali alla Salute e all’Istruzione. Nel ricorso il ministero sostiene che l’attivazione dei corsi di laurea in convenzione con l’Università rumena costituirebbe un illegittimo aggiramento del divieto reso in precedenza dallo stesso ministero all’attivazione di corsi di laurea e post laurea nel settore medico, ma il giudice ha rigettato il ricorso perchè non sussistono i requisiti dell’urgenza e del grave danno.
Per il giudice “il reale obiettivo del ministero sarebbe quello di impedire il conseguimento (o quantomeno la spendita) del titolo rumeno in Italia” ma – osserva motivando il provvedimento di rigetto – “nel caso in cui il Miur ritenesse che tali titoli non trovino automatico riconoscimento nel nostro Paese, ben potrebbe adottare, nell’ambito delle proprie attribuzioni, un formale provvedimento di diniego di tale efficacia, non risultando necessaria una preventiva pronuncia da parte dell’autorità giudiziaria. Qualora, al contrario, il ministero ritenesse che tali titoli godano del riconoscimento automatico in Italia, mal si comprenderebbe su quale base giustificare la chiesta interruzione dei corsi”.
“Prendo atto con soddisfazione della sentenza del giudice di Caltanissetta. E’ prevalso il diritto sulle varie opinioni fino ad ora sentite”, commenta l’ex senatore del Pd Mirello Crisafulli, presidente del Fondo Proserpina, interfaccia dell’università romena.
Il giudice che ha rigettato il ricorso del Miur ha condannato il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca al pagamento delle spese processuali sostenute ”dalla Fondazione Proserpina e dal Fondo Proserpina s.r.l. (in solido tra loro), dall’Università degli Studi di Enna Kore, dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Enna, dall’Assessorato regionale della Salute e dall’Assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale (in solido tra loro) e dall’Università “Dunarea de Jos”, liquidate in 2.190,00 ciascuno, oltre Iva, Cpa e rimborso spese forfettarie nella misura del 15%, come per legge”.