Siccità e caldo prolungato sono i responsabili di una vendemmia che farà segnare un deciso calo della produzione in tutta Italia. Si prevede – secondo le stime del Conaf – una diminuzione uniforme rispetto alla vendemmia 2011, già scarsa, commenta Rosanna Zari, vicepresidente CONAF. Sono migliaia i dottori agronomi che in tutta Italia lavorano quotidianamente nelle aziende vitivinicole. Dietro ad ogni grande vino made in Italy, c’è insomma un agronomo.
SICILIA – Nella provincia più vitata d’Italia, Trapani (che rappresenta oltre il 50% della produzione viticola siciliana) l’andamento piovoso scarso dell’annata agraria ha determinato un calo della produzione di uva di circa il 10% rispetto alla produzione del 2011. Per il 2012 si prevede quindi una produzione di circa 4.350.000 ettolitri. «Non ci sono state anomalie durante le fasi d’invaiatura e di maturazione – spiega Giuseppe Pellegrino, presidente dell’Ordine di Trapani -: la vendemmia per varietà precoci Pinot grigio, Sauvignon Blanc e Chardonnay è iniziata i primi di agosto. Nella seconda settimana sono state vendemmiate le varietà Viognier, Muller Thurgau e Moscato bianco. La vendemmia delle uve a bacca rossa, in particolare il Merlot, è iniziata a cavallo di ferragosto, ha proseguito con quelle di Syrah, di Nero D’Avola e di Frappato. Per quanto riguarda le varietà autoctone a bacca bianca, la vendemmia è iniziata con il Grillo e lo Zibibbo intorno al 20 Agosto. Ad oggi siamo in piena vendemmia di chiusura e nel giro di pochi giorni si completerà la vendemmia con il Catarratto e l’Insolia . L’estate calda e secca e l’inverno poco piovoso hanno quindi anticipato la raccolta delle uve. La presenza dell’agronomo in tantissime aziende agricole – precisa Pellegrino -, permette la valorizzazione delle produzioni permettendo di procedere alla raccolta nel periodo migliore per l’ottenimento di ottimi vini tenendo conto soprattutto dei parametri qualitativi fondamentali quali il grado zuccherino e l’acidità. In Sicilia merita particolare attenzione la verifica delle produzioni a livello quantitativo. E’ singolare che, nonostante le diverse malattie della vite, si assiste spesso ad un enorme aumento delle rese dei vigneti esistenti, oltre all’ingresso in Italia ed in Sicilia di vini di paesi extraeuropei che diventano prodotti siciliani».
FRIULI VG – In Friuli Venezia Giulia – commenta l’agronomo Giovanni Bigot – la produzione subirà un calo del 20% in pianura e del 35% in collina rispetto al 2011. Il contenuto in zuccheri è superiore alla media e buona acidità totale, grazie alle basse temperature minime. Il deficit idrico pari al 75% del contenuto idrico ottimale. Sono state necessarie numerose irrigazioni di soccorso anche in collina.
In pianura le irrigazioni sono state fondamentali per non perdere la produzione. Mentre appare ottima la sanità dei grappoli.
VENETO – La vendemmia nel Triveneto – commenta Edoardo Rossi, consigliere Ordine di Venezia – è iniziata il 23 agosto, negli areali di pianura e limitatamente alle uve bianche precoci base spumante ( pinot grigio, chardonnay). In questi giorni si stanno praticamente completando le raccolte dei vitigni bianchi precoci ( pinot grigio, pinot bianco, chardonnay), che riguardano una superficie complessiva pari a circa il 25-30 % del totale delle superfici vitate. Le rese produttive sono molto variabili, con le penalizzazioni più elevate nelle aree collinari dei Colli Orientali e nel Collio friulano (- 40/50 % rispetto al 2011), mentre i primi dati provenienti dagli areali collinari del Coneglianese (Prosecco) e del Valpolicella veronese segnalano cali di resa ettariali più contenuti, con una vendemmia ancora nella fase iniziale. Rese favorevoli nel Trentino. In decisa riduzione le rese nel Padovano (area dei Colli Euganei -20/30 %) e nel Rodigino. Buona tenuta delle rese ettariali invece nella zona delle Grave friulane, dotate di impianti di irrigazione fissi (- 5% rispetto al 2011), nelle aree del Piave e del Lison Pramaggiore, con alcune punte di produzione anche superiori al 2011, annata che aveva registrato dei danni ed una riduzione delle rese produttive, conseguenti alle gelate dell’inverno 2009/2010. Nella norma le rese degli impianti viticoli nelle aree di bonifica dotate di subirrigazione, dove il mantenimento di una quota elevata della falda acquifera ha consentito alle viti di sopportare senza conseguenze oltre 100 giorni di mancanza assoluta di precipitazione piovose, con temperature molto elevate e condizioni generali simili, se non peggiori, all’annata 2003. Nella media generale, per le rese ettariali in uva dei vitigni bianchi del Triveneto si attende una diminuzione media del 10/15%, con riduzioni significative in prevalenza per la varietà Pinot grigio, compensate quantitativamente dalle elevate rese dei diffusi nuovi impianti di Prosecco della pianura veneziana. Tale circostanza sta influenzando anche l’evoluzione del mercato delle uve, con quotazioni in crescita per la varietà Pinot grigio (0.80 euro/kg), molto ricercata dalle Cantine per coprire le ridotte produzioni, e quotazioni calanti per le uve Prosecco di pianura (0.75 euro/kg). Sotto l’aspetto qualitativo i primi riscontri parlano di elevata qualità, quanto a gradazione alcoolica, mentre ci sono difficoltà a mantenere nei mosti livelli di acidità idonei. Sotto questo aspetto pertanto, si tratta di un’annata decisamente particolare che metterà alla prova le qualità professionali degli enologi.
PIEMONTE – La vendemmia in Piemonte – sottolinea l’agronomo Alberto Pansecchi – è in ritardo rispetto alle ultime annate; gli elevati gradi zuccherini che già si registrano non sono frutto di maturazione avvenuta ma di disidratazione delle bacche. Ad oggi, l’acidità delle uve, soprattutto Barbera, risulta ancora elevata, sintomo ulteriore di incompleta maturazione. Le uve sono generalmente molto sane e ad oggi non si segnalano inizi di marciumi provocati da muffa grigia. Oltre ad un basso peso dei grappoli, che verrà in parte superato grazie alle abbondanti piogge, è inconsueta la loro scarsa presenza. I grappoli emessi dai tralci è stata quest’anno inferiore anche del 50% rispetto alla norma. Questo è probabilmente da imputarsi al clima della scorsa estate periodo nel quale avviene la differenziazione sui tralci delle gemme miste che porteranno i grappoli nella successiva campagna. Non ritengo che questa scarsa emissione di grappoli sia da mettere in relazione con le bassissime temperature invernali . I prezzi delle uve si segnalano in salita ma verosimilmente, a causa delle basse rese produttive, non miglioreranno i ricavi ed i guadagni dei viticoltori. I risultati definitivi – conclude Pansecchi – saranno direttamente legati all’andamento climatico dei prossimi 15 giorni: se le previsioni di clima asciutto e soleggiato verranno confermate, L’uva che verrà raccolta, sia per l’esiguità della produzione, sia per la sua sanità, dovrebbe risultare eccellente».
«Per quasi tutte le varietà in provincia di Cuneo – commenta il dottore agronomo Giampiero Romana – il quantitativo e la resa in mosto delle prime pigiature effettuate sono inferiori ai limiti imposti dai disciplinari, a causa dell’andamento climatico siccitoso e della grandine che ha danneggiato diverse zone in più eventi. Le piogge degli ultimi giorni potrebbero comunque alzare le rese. La qualità delle varietà bianche vendemmiate finora (Chardonnay, Sauvignon Blanc, Moscato e Arneis) è buona, mentre per le varietà nere precoci, soprattutto il Dolcetto, la qualità è molto buona solo nei vigneti meglio esposti e vocati, mentre negli altri è media. E’ ancora presto invece per giudicare il livello qualitativo delle varietà più pregiate di Langa e Roero, ossia Nebbiolo e Barbera: a oggi sembra molto buono, sebbene quantitativamente inferiore agli scorsi anni. Solo l’andamento climatico di settembre e ottobre potrà definite bene non solo il quadro zuccherino e acido, già ora abbastanza equilibrati, ma soprattutto la maturità fenolica di queste varietà, destinate in molti casi a produrre grandi vini da invecchiamento»
TOSCANA – Ha preso il via la vendemmia dei grandi rossi regionali. «In provincia di Siena la situazione delle uve è molto disomogenea a causa della siccità, persino a livello aziendale – commenta Rosanna Zari -. Chi si era dotato di sistemi di irrigazione di soccorso ha potuto salvare e mantenere livelli qualitativi e quantitativi buoni. Ad aver sofferto maggiormente il merlot e le uve bianche che hanno giovato meno delle ultime ed uniche piogge di inizio settembre. Complessivamente si registra un calo di produzione stimabile intorno al 25-30%, ed in certe aree ritardo di maturazione per le alte temperature riscontrate durante l’estate».
ABRUZZO – «Causa siccità nella provincia di Teramo – commenta Marcella Cipriani, presidente dell’Ordine di Teramo – si registra un calo della produzione vitivinicola del 15% circa rispetto all'anno 2011; ma ci si attende un prodotto di buona qualità».
SARDEGNA – «In Sardegna – dice Damiano Aresu, dell’Ordine di Cagliari – la vendemmia 2012 ha evidenziato la contrazione delle produzioni per le uve bianche in misura del 20-30% rispetto all'annata precedente però in compenso la qualità delle uve risulta buona. Per le uve rosse allo stato attuale non ho dati anche se penso che la tendenza venga rispettata».
PUGLIA – «A causa delle basse precipitazioni – commenta Alessandro Mele dell’Ordine di Lecce – e delle alte temperature, gli acini si sono prosciugati e le piante hanno manifestato i classici sintomi di carenza idrica. Dal punto di vista fitosanitario le uve sono sane e hanno raggiunto un discreto grado di maturazione, senza la comparsa significativa di malattie crittogamiche come peronospora e oidio. La peronospora è stata tenuta sotto controllo, in quelle poche zone dove si è manifestata, egregiamente con un paio di trattamenti sistemici o addirittura controllata con prodotti di copertura. L’oidio rispetto alla peronospora si è manifestato con una maggiore persistenza e comunque lo sviluppo della malattia non ha destato grosse problematiche. Per quanto riguarda la altre malattie, la Tignoletta ha compiuto le sue tre generazioni e le due carpofaghe (da giugno ad agosto) hanno impegnato i viticoltori con più di un trattamento insetticida. Dove questi trattamenti non sono stati effettuati sono ben visibili i danni. Infine su vigneti coltivati a primitivo nell’ultima settimana di agosto si sono accentuati problemi di marciumi acidi. Tutto ciò ha anticipo la raccolta di almeno 10 giorni, con maturazione non al cento per cento, grappoli di ridotte dimensioni e di scarso peso stanno sicuramente caratterizzando una delle più magre vendemmia degli ultimi anni. Dobbiamo ricordare che anche la scorsa campagna vitivinicola era stata caratterizzata come una delle meno produttive con un calo del 20-25%. Le riduzioni di quantità riscontrate e che si stanno riscontrando nella zona del Salento sono: per quanto riguarda lo Chardonnay il calo è stato mediamente del 30-40%, il primitivo del 35%, il Negroamaro del 30%, Merlot del 10-15%, Montepulciano non si registrano cali rilevanti. Veniamo da due stagioni asciutte consecutive – conclude – non possiamo più pensare di consigliare la coltura di vite (almeno nelle nostre zone ma credo che ciò valga per qualsiasi territorio) senza un proporzionato e idoneo impianto di irrigazione, le rese più basse ovviamente si stanno registrando negli impianti giovani piantati su terreni poveri e con scarsa dotazione idrica».
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