Firenze – “Il governo discuta la nostra proposta di gestione produttiva e sociale dell’azienda di Suvignano”. Lo chiede nuovamente il presidente Enrico Rossi, dopo aver appreso che il direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità’ organizzata ha emesso il decreto di vendita all’asta.
“Comprendo le difficolta’ del funzionario pubblico – prosegue il presidente – ma queste non giustificano la decisione a procedere autonomamente. La Regione non ha ricevuto alcuna risposta alla proposta di affidarci la tenuta per realizzarvi, con gli enti locali e le associazioni antimafia, un progetto di grande valore sociale e congruo sotto il profilo produttivo”.
“Lo stesso ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri ci aveva a suo tempo invitati a presentare una proposta di questo tipo e noi lo abbiamo fatto – continua – Anche per un doveroso rispetto delle istituzioni sarebbe stato quanto meno utile che l’Agenzia ci rispondesse formalmente e non in televisione. Cosa e’ cambiato? E’ cambiato l’orientamento del governo? Ma se non e’ cosi’ chiedo che il governo blocchi del decreto dell’Agenzia – conclude il presidente Rossi – e riapra immediatamente con la Regione e con gli enti interessati una discussione sulla nostra proposta”.
Gia’ nell’ottobre scorso il presidente Rossi aveva esposto il progetto regionale (che prevede oltre alla valorizzazione dell’attivita’ agricola e zootecnica anche l’organizzazione di attivita’ e iniziative di valore sociale per la promozione della legalita’ e di contrasto alle mafie) all’allora ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. Ma il 19 agosto e’ arrivata la doccia fredda del decreto dell’Agenzia Nazionale, che respinge la proposta e dispone l’asta pubblica.
Secondo la Regione c’e’ piu’ di una motivazione a sostegno del ricorso al Tar: il provvedimento dell’Agenzia non motiva infatti le ragioni per le quali la proposta regionale e degli enti locali e’ stata respinta e richiama l’applicazione dell’articolo 48 comma 8 lettera b) del dlgs 159/2011 che non appare, secondo i legali regionali, pertinente al caso, poiche’ non risulta che vi siano soggetti che abbiano avanzato proposte d’acquisto dell’azienda.
“La ratio della legge – conclude il presidente Rossi – e’ quella di evitare che i beni confiscati rientrino nel circuito criminale, ma disporre la loro vendita all’asta non mi sembra il modo giusto per riuscirci”. Nei giorni scorsi il presidente Rossi, insieme al presidente della Provincia di Siena Simone Bezzini e al sindaco di Monteroni Jacopo Armini, ha inviato al presidente del consiglio Letta e al ministro dell’Interno Alfano una lettera in cui “riconferma l’interesse della Regione, condiviso da istituzioni e associazioni del territorio interessato, a riprendere il progetto per la gestione regionale di questo bene, qualora la gara ad evidenza pubblica non avesse l’esito atteso”.