Firmato ieri a Roma, nella sede del Miur, l'accordo di programma "Distretti ad alta tecnologia e laboratori pubblico privati per il rafforzamento del potenziale scientifico e tecnologico della Regione siciliana", identificabili in aggregazioni territoriali di attivita' ad alto contenuto tecnologico all'interno delle quali apportano il proprio contributo enti pubblici di ricerca, grandi imprese, piccole imprese (nuove o gia' esistenti), enti locali.
"La firma dell'accordo – spiega la presidenza della regione siciliana – segna l'ultimo passo di un percorso fortemente voluto dall'amministrazione regionale al fine di sviluppare concretamente iniziative imprenditoriali competitive, in quanto ad alto contenuto di ricerca e produce un'efficace collegamento e coordinamento tra le diverse componenti del sistema regionale dell'innovazione: comunita' scientifica, settori produttivi sulla frontiera tecnologica e settori produttivi maturi.L'accordo, siglato grazie a un'azione congiunta fra regione e governo nazionale, prevede un quadro complessivo di risorse per la sicilia di € 232.444.866,92, e si attua con due linee di intervento. La prima per lo sviluppo e potenziamento di distretti ad alta tecnologia e laboratori pubblico privati, riguarda i tre distretti gia' esistenti: – il D.T. Micro e nanosistemi, che collega le filiere dell'informatica, delle telecomunicazioni, della micro e nanoelettronica, optoelettronica e sensoristica, delle scienze della vita per sviluppare applicazioni tecnologiche di micro e nanofabbricazione nei campi dell'elettronica, della salute e scienze della vita, dell'energia, della biomedicina e biotecnologie, della chimica, della meccanica e della microfluidica, attraverso la realizzazione di micro e nanosistemi e di materiali polifunzionali integrabili su scale spaziali di varie dimensioni;
– il D.T. dell'agrobio e pesca ecocompatibile, che mette in collegamento le aree della ricerca e le punte di eccellenza dei settori manifatturieri nei campi dell'agroalimentare (compresa l'industria ittica), della pesca e acquacoltura e dell'ambiente, al fine di sviluppare applicazioni avanzate di biotecnologie in campo agroalimentare (per migliorare le caratteristiche quali-quantitative di 75/piante e animali), studiare metodologie e sperimentare tecniche innovative per l'allevamento e la riproduzione di specie ittiche in ambiente marino protetto; – il D.T. trasporti navali, commerciali e da diporto che abbraccia le aree della ricerca, dell'industria e dei servizi innovativi legati al settore dei trasporti navali e del diportismo nautico e prevede lo sviluppo di tecnologie innovative applicate ai sistemi di propulsione e navigazione, ai materiali, all'ambiente, alle infrastrutture portuali e per la logistica (es. attrezzature portuali di imbarco/sbarco: sistemi di ormeggi o automa tico, rampe di accesso su piu' piani, sistemi programmati di accesso/sosta/deflusso dei mezzi, pianali per le movimentazioni delle unita' di carico);
e tre laboratori pubblico-privati "Laboratorio pubblico privato Wyeth Lederle", "Sicilab" e "Laboratorio di tecnologie oncologiche Hsr Giglio e Universita' di Messina".
La seconda prevede la creazione di quattro nuovi distretti ad alta tecnologia:
Disam (nel settore del manifatturiero avanzato); Amar (nel settore ambiente marino); Biomedico (nel settore salute dell'uomo); Dtbc (nel settore beni culturali); e una nuova aggregazione pubblico-privata nel campo delle energie rinnovabili, Enlab.
"La cornice strategica in cui e' stato incardinato questo modello di mutua interazione tra sistema della ricerca e tessuto imprenditoriale individua il distretto tecnologico come esempio organizzativo in cui si realizza la collaborazione tra gli attori leader nel campo della ricerca e in quello industriale. Per rendere rilevante la politica dei Distretti tecnologici in Sicilia – precisano dalla presidenza della regione siciliana – e' necessario ora accelerare la collaborazione tra diversi soggetti istituzionali nell'ambito di un forte partenariato pubblico-privato, tramite intese istituzionali tra amministrazioni centrali, regionali e locali con l'obiettivo di creare reti della ricerca nelle quali le imprese consorziandosi con gli attori della conoscenza siano in grado di sviluppare "in house" le nuove tecnologie".