La viticoltura e il vino possono essere “contributori” importanti nelle politiche di sostenibilità ambientale. Se ne è parlato questa mattina al CERISDI di Castello Utveggio a Palermo, nel convegno conclusivo di ViEnergy “Vigna Energetica”, organizzato dall’Istituto regionale Vini e Oli di Sicilia. Durante la conferenza sono stati illustrati i risultati raggiunti grazie alle attività di ricerca e sperimentazione svolte grazie a questo Progetto, inserito all’interno del Programma Operativo Italia – Malta 2007 – 2013, che aveva come obiettivo finale quello di rendere esplicito il valore delle opportunità che si aprono per le aziende, investendo in un vigneto efficiente dal punto di vista energetico, ecocompatibile e in grado di produrre reddito anche dai materiali di scarto delle lavorazioni, nel vigneto come in cantina.
Lucio Giuseppe Monte, Direttore Generale dell’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio (IRVO) , ente capofila del progetto ViEnergy – Vigna Energetica, ha introdotto e moderato i lavori dei rappresentati degli enti partners: Daniele Monti del Consorzio di Ricerca per lo Sviluppo di Sistemi InnovativiAgroambientali (CO.Ri.S.S.I.A.), ha illustrato alla platea presente, i risultati sulla valorizzazione energetica dei residui di potatura del vigneto attraverso la produzione di Agripellet, sottolineando le potenzialità che la biomassa proveniente dagli scarti di potatura del vigneto ha nei confronti del territorio e delle comunità locali. Una pratica che conduce a risultati importanti sotto il profilo della sostenibilità ambientale, della corretta e funzionale gestione agronomica del vigneto, affermandone il valore etico, oltre che quello della valorizzazione energetica della filiera vitivinicola; Vincenzo D’Alberti di Alternative BioEnergy di Marsala (ABE) ha invece esposto i risultati finali relativi al potenziale tecnico ed economico per lo sfruttamento delle biomasse residuali del settore vitivinicolo, illustrando anche il funzionamento di un impianto a combustione alimentato da vinaccia e tralci;Giuseppe Cirelli del Centro Studi di Economia applicata all’Ingegneria (CSEI Catania) è intervenuto per mostrare i risultati ottenuti nel campo della fitodepurazione, attraverso l’impianto pilota per il trattamento delle acque reflue enologiche prodotte dall’Azienda Agricola Marabino di Noto (Siracusa). Il settore enologico produce infatti consistenti quantità di reflui caratterizzati, in alcuni periodi dell’anno, da una rilevante concentrazione di sostanza organica. Questi reflui, se non opportunamente trattati, possono comportare un significativo impatto ambientale. L’attenzione crescente delle cantine alle problematiche della sostenibilità ambientale comporta, pertanto, la ricerca delle migliori soluzioni gestionali dei reflui attraverso attività mirate. L’impianto pilota, realizzate nell’ambito del Progetto Vi Energy a Noto, ha evidenziato durante tutta la fase di esercizio ottime efficienze fin dalle prime fasi di esercizio.
Everlad Attard della Divisione di Scienze rurali e Sistemi alimentari dell’Università di Malta, partner del Progetto ViEnergy, ha illustrato le ricerche condotte dall’’istituto maltese sul recupero dei polifenoli dai residui dell’uva. Per effettuare questi studi sono stati selezionati sull’isola dieci campi e una cantina, per determinare la possibile correlazione tra la vendemmia e la trasformazione dell’uva in base ai parametri fisico-chimici. Nell’ambito del Progetto ViEnergy sono poi state effettuate dal Joint Research Centre (JRC) dell’Unione Europea, prove di emissione allo scarico su strada, in condizioni di reale esercizio su due veicoli, analizzando sia le emissioni gassose che il particolato, con lo scopo di valutare l’effetto di una miscela diesel/etanolo. Il metodo utilizzato per la misura delle emissioni allo scarico e del consumo del carburante, così come esposto da Massimo Carriero di JRC, si è basato sull’analisi comparativa di due veicoli in due differenti campagne di prove, a Marsala e a Malta. Tra gli obiettivi del Progetto ViEnergy anche quello di dimostrare la fattibilità tecnica ed economica per la cattura e l’utilizzo dell’anidride carbonica prodotta dalla fermentazione dei mosti. Per qualificare l’immagine delle aziende agricole che vogliono transitare verso modelli sostenibili di Green Economy,Mario Ragusa, enologo dell’IRVO, ha illustrato gli studi realizzati e condotti presso la Cantina Colomba Bianca, dove sono stati istallati degli impianti di fotobioreattori per la produzione di biomassa algale da indirizzare a diversi scopi. L’importanza di questi test ha evidenziato come il sequestro di questo gas dall’atmosfera può contribuire alla lotta al cambiamento climatico, orientando l’azienda agricola verso politiche di sostenibilità che ne qualificano altamente l’immagine e il prodotto realizzato. A conclusione dei lavori Robert Ghirlando, dell’Università di Malta, ha mostrato i risultati dei due sistemi di raffreddamento solare istallati presso il Centro di Ricerca Enologia e Viticultura di Buskett a Malta. I risultati indicano chiaramente che alle condizioni e ai costi attuali, il sistema fotovoltaico è un chiaro vincitore nella produzione di acqua refrigerata da utilizzare nell’industria enologica.
“Dopo gli ottimi risultati riscontrati dal Progetto ViEnergy – dichiara Lucio Giuseppe Monte, Direttore Generale IRVO – il nostro Istituto è sempre più cosciente di avere individuato dei segmenti di ricerca applicata di grande rilievo. Un ringraziamento particolare lo dobbiamo rivolgere al lavoro svolto, con competenza e professionalità, dai partners nazionali e internazionali. Un ventaglio ampio e diversificato di interventi di ricerca e sviluppo che ha visto il coinvolgimento di aziende vitivinicole, Istituzioni governative, Università, Consorzi di ricerca ed aziende specializzate nei territori di Malta e della Sicilia. Su questo orizzonte il Progetto ha costituito un tassello fondamentale per individuare le soluzioni più idonee a definire una riduzione dell’impatto ambientale delle attività produttive. L’auspicio per il futuro è adesso quello di adottare e mantenere nel tempo le innovazioni ottenute con i risultati raggiunti in fase di sperimentazione e migliorare i livelli di sostenibilità ambientale dei territori viticoli delle due isole.
“Siamo molto orgogliosi – conclude Antonino Di Giacomo Pepe, Commissario straordinario dell’IRVO – dei risultati raggiunti con il progetto Vigna Energetica. Le tematiche affrontate hanno infatti posto le basi di un valido punto di partenza per future applicazioni di modelli di gestione della filiera vitivinicola mediterranea, improntati all’ormai imprescindibile priorità della sostenibilità ambientale. E’ questa la nuova frontiera su cui il sistema vitivinicolo della Sicilia sta conquistando una leadership di tutto rispetto nei processi di innovazione e di tutela ambientale. Il Progetto ViEnergy è un punto di riferimento imprescindibile”.
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