Situazione ancora sotto controllo in Sicilia per quanto riguarda il pericoloso batterio dell’olivo “Xylella fastidiosa”, che sta procurando danni enormi in altre regioni d’Italia, come per esempio la Puglia. L’assessorato all’Agricoltura, guidato da Nino Caleca, rassicura la popolazione che il Servizio Fitosanitario Regionale effettua controlli e monitoraggi costanti per rilevare l’eventuale presenza del parassita, mediante esami visivi, campionamenti ed analisi, presso vivai, produttori e commercianti.
Particolare rilevanza assume, pertanto, la massima cautela nell’acquisto di piante di provenienza extraregionale, da parte di tutti i soggetti interessati (vivaisti, privati, commercianti), che dovranno verificare lo stato di salute delle piante e il luogo di produzione dei vegetali badando bene che è vietata la movimentazione di piante provenienti dalle aree delimitate della provincia di Lecce dove il batterio risulta essere ampiamente presente.
“Risulta oltremodo importante – dichiara l’Assessore Caleca su indicazione del Servizio Fitosanitario Regionale – invitare tutti i potenziali acquirenti ad effettuare acquisti di piante esclusivamente attraverso vivai conosciuti ed affidabili. Si teme, infatti, l’azione di ambulanti che, incautamente e/o senza scrupoli, potrebbero aver acquistato partite di piante contaminate con evidente rischio per il patrimonio olivicolo regionale. Proprio per questo – precisa l’Assessore Caleca – stiamo attivando ogni possibile forma di controllo anche presso le aree portuali di maggiore interesse, finalizzata al blocco di partite di piante trasportate clandestinamente su gomma”.
Per una completa informazione la Regione precisa che, oltre all’olivo, la Xylella può attaccare diverse specie fra cui l’oleandro, il mandorlo, il rosmarino, il mirto, la pervinca e la malva. Per ulteriori e più dettagliate informazioni ci si può rivolgere agli Uffici fitosanitari provinciali territorialmente competenti.
Ad Aprile si era diffusa la notizia di una presenza di Xylella nel sud est della Sicilia. Ma, dopo i controlli dell’Assessorato, la notizia si è rivelata infondata, per fortuna.