Il rilancio della zona Falcata di Messina atteso da decenni è una delle grandi sfide della città dello Stretto. “Abbiamo già stanziato 80 milioni di euro per la bonifica dell’area, forse ne serviranno 100 – ha detto stamane il presidente della Regione Nello Musumeci, nella riunione convocata a Messina – ma soprattutto saranno necessari circa 10 anni per completare questo indispensabile intervento di riqualificazione”.
Nella zona Falcata si trovano diverse aree militari e vari enti e aziende: un nodo irrisolto negli anni, le cui vicende spesso sono finite dentro le Procure senza soluzione di sorta.
“La Regione ha approvato un piano particolareggiato per la caratterizzazione delle aeree ma deve condividere i progetti con le istituzioni che vi insistono – ha continuato il governatore – ecco il perchè dell’incontro operativo di oggi. Inutile sperare che si possa liberare l’intera area in poco tempo, bisogna procedere gradualmente. Nella mia vita l’ho visitata tre volte in ruoli diversi e fa male al cuore vederla ancora in queste condizioni. Preziose porzioni di terreno, oggetto di pascolo abusivo, vandalismo che devono diventare fruibili ai cittadini e ai visitatori in piena sicurezza ambientale”.
Grande assente il sindaco Cateno De Luca, rappresentato dall’assessore Salvatore Mondello che ha sottolineato l’impegno profuso in questi anni dall’amministrazione comunale per risolvere alcune questioni “storiche” riguardanti la Falce. Piena disponibilità da parte dell’Università di Messina, presente con il rettore Salvatore Cuzzocrea, che ha ribadito l’importanza di coinvolgere i Dipartimenti d’ateneo di riferimento, in primis Ingegneria in termini di progettualità e idee, alla luce dell’esperienza e della conoscenza approfondita del territorio, più volte oggetto di studio e analisi. Un tavolo tecnico permanente è la proposta lanciata dal prefetto Maria Carmela Librizzi, subito condivisa dai presenti.
“La Regione non ha un metro quadro di terreno della Zona Falcata – ha detto Musumeci -, però non possiamo stare a guardare, non vogliamo fare l’ennesimo patto, se ne parla da 40 anni, il problema è cosa succede dopo. Lo Stato è proprietario dell’area e deve fare la sua parte. Noi, con la Soprintendenza, siamo stati presenti a tutte le riunioni. Vogliamo proporre un graduale utilizzo perché se aspettiamo l’intera bonifica non basteranno dieci o quindici anni. Individuiamo un’area che può essere resa fruibile al pubblico gradualmente. Interveniamo lì, noi siamo disposti a dare il nostro contributo per la direzione lavori sulle opere culturali, ma anche con risorse finanziarie”.
Un passaggio sulle infrastrutture. “Si parla di ponte sullo Stretto da decenni, aspettiamo la proposta del Governo e ci esprimeremo. Abbiamo chiesto un confronto anche per il Recovery Fund, non sappiamo che tipo di progetti possono essere presentati né entro quando”.
All’incontro, nell’ex cappella del “Buon Pastore” all’interno della Soprintendenza di Messina, hanno preso parte diversi deputati regionali tra cui Pino Galluzzo, Elvira Amata, Valentina Zafarana, Antonino De Luca, Pippo Laccoto, la soprintendente Mirella Vinci, il neo segretario generale dell’Autorità Portuale di Messina Domenico Latella, il componente del Consiglio regionale dei Beni culturali Franz Riccobono, rappresentanti di Capitaneria di porto, Marina militare, Rfi Sicilia e Genio civile. Istituzioni ed enti che hanno prontamente confermato la piena e fattiva disponibilità a seguire gli iter della Regione e rendersi operativi per restituire nel tempo una delle zone più belle di Messina ai messinesi.