Scicli (Ragusa) – Le porte delle loro stanze sempre chiuse, dialogo con la città pressochè assente e iniziative discutibili. Da quando la città di Scicli, nel ragusano, è stata commissariata, dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose deciso dal consiglio dei ministri il 29 Aprile 2015, in città le perplessità sono tante e, se per quanto concerne i dubbi relativi alle motivazioni che hanno portato allo scioglimento sarà il Tar a decidere, per quanto riguarda la gestione amministrativa dei tre Commissari sono in tanti a dispensare pareri negativi. Mentre giungono voci che la triade commissariale non vuole sborsare nemmeno un euro per la festa di Pasqua, meglio conosciuta come festa del Gioia, la più importante del paese che ogni anno richiama migliaia di turisti, per effetto della sospensione dell’accordo tra vicariato e comune riguardo i contributi e i patrocini inerenti le feste rientranti nel registro dei beni immateriali della Regione, tra i primi provvedimenti del 2016, ad esempio, risalta la determinazione n 9 del 3 febbraio attraverso cui si dispone la liquidazione delle spese effettuate dalla triade nel mese di dicembre. La somma di 1596, 12 euro non è suscettibile di pagamento frazionato in dodicesimi, un articolo, il n 4 della detta determina che è in antitesi rispetto alle altre spese effettuate dall’ente. Altra delibera a destare non poche perplessità è la n 12 del 7/02/2016 attraverso la quale si chiede alla Banca Agricola Popolare di Ragusa la proroga per l’anticipazione di cassa fino al 31/05/2016 per 5.169.616,15 di euro entro il limite massimo di 3 dodicesimi, una proroga che prevede un compenso al tesoriere di 13 mila euro. Un altro provvedimento adottato dalla triade commissariale è stato quello relativo all’ordinanza n 18 del 29/01/2016 attraverso la quale l’ente ha prorogato il servizio per la raccolta rifiuti giustificando tale scelta come urgente per motivi igienico sanitari ai sensi dell’articolo 191, d.lgs 30 Aprile 2006, n 152. Premesso che è nelle more dei commissari prorogare il servizio, l’ordinanza a molti è apparsa paradossale se si considera il fatto che, sotto la lente di ingrandimento della commissione di inchiesta che ha relazionato al prefetto per lo scioglimento, sono finite proprio le eccessive proroghe concesse nelle ultime due legislature dalle giunte che si sono succedute. Perplessità rinvigorite dal fatto che la Tek.ra srl, capogruppo mandataria della RTI che svolgeva il servizio di raccolta, con nota Prot. 12/01/206 ha comunicato al comune l’indisponibilità a continuare il servizio, così la RTI è stata rivista e composta dalle due società rimanenti: Tech servizi e Clean Up. La proroga, quindi, è stata concessa a un contraente diverso rispetto a quello che si è aggiudicato la gara d’appalto.
Tre commissari, ognuno dei quali ha anche altri impegni istituzionali, per amministrare una città in emergenza finanziaria e ferita da uno scioglimento per mafia che a molti è sembrato eccessivo. Generalmente – dicono nell’ambiente– a uno scioglimento per mafia seguono delle azioni giudiziarie eclatanti, qui invece tutto tace, a parte il procedimento penale che vede coinvolto l’ex sindaco Franco Susino che, comunque, si era dimesso prima della decisione del Consiglio dei Ministri. È per tale motivo che molti ex consiglieri comunali, unitamente a qualche amministratore, hanno deciso di presentare ricorso avverso il provvedimento decretato dal consiglio dei ministri. Su questo argomento, come detto, sarà il Tar a decidere, certo è che alcune ombre, soprattutto riguardante la gestione rifiuti del comune, c’erano, ma di certo non più gravi di quelle registrate in altri comuni come, ad esempio Roma, dove di arresti ce ne sono stati, eccome, ma lo scioglimento si è evitato.
Tre commissari, stipendi complessivi che costano alla città 69.721,65 euro l’anno, ogni commissario percepisce 3.098,74 al mese. Per non parlare poi degli esperti per i quali si dispensano liquidazioni immediate, come ad esempio quella del dott. Giuseppe Stefio, esperto esterno voluto dai commissari per la gestione economica dell’ente al quale è stata già liquidata la somma di 1800 euro per il periodo che va dall’11 dicembre 2015 al 10 gennaio 2016.
Occorre precisare che le spese dei Commissari, così come quella dei quattro esperti esterni e quella del dipendente in posizione di comando, saranno rimborsate dal ministero, ma intanto la loro liquidazione, anticipata dal comune, risulta essere sempre immediata e, per garantirla (insieme ad altre spese), si è ricorso all’anticipazione di cassa che significa interessi e pagamento del tesoriere.
Fuori dai PAC per assenza
Nessuna legge impone che dei commissari straordinari debbano attuare azioni di politica partecipativa, è nel loro potere deliberare nelle qualità di sindaco e consiglio, ma ci sono delle decisioni che segneranno il futuro della città e per le quali, magari, un confronto con le associazioni di categoria e le forze politiche sarebbero quantomeno auspicabili. Invece la triade composta da Giallongo, D’Aquino e D’erba, va avanti senza una linea definita, rifiutando di incontrare chi chiede di essere ascoltato e, quando lo hanno fatto, non hanno mai preso in considerazione le richieste degli interlocutori. La città sembra affossata nell’immobilismo, tanto si muove all’interno del palazzo con spostamenti di personale, cambio dirigenti ecc, tanto poco invece si vede all’esterno. Basta andare sul sito del comune di Scicli per rendersi conto di quanto affermato, l’ultimo comunicato stampa, pubblicato sul portale, risale all’11 Febbraio 2016, per comunicare cosa? “I 100 anni della signora Camponero”.
Per il resto quasi tutto tace, se non fosse per le lamentele che giungono anche da altri comuni limitrofi per l’atteggiamento della triade. L’ultima lamentela è quella mossa pubblicamente dall’assessore ai servizi sociali del Comune di Modica, Rita Floridia che stigmatizza l’assenza dei commissari straordinari nella riunione del Distretto Socio Sanitario.
«L’attendismo e l’intransigenza dei commissari del Comune di Scicli – afferma Floridia- penalizza l’attività di collaborazione e sinergia dell’intero Distretto socio-sanitario e non rispetta lo spirito di collegialità e di fattiva collaborazione che dovrebbe animare ogni nostra azione. Per mesi, con ripetute note e incontri culminati martedì nel Comitato dei sindaci – sottolinea l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Modica e capofila del Distretto 45, Rita Floridia –abbiamo tentato di mediare per riuscire ad avviare i progetti e scongiurare la perdita delle somme stanziate. Un’urgenza che i commissari sembrano non capire. Nell’ultimo Comitato dei Sindaci non abbiamo potuto fare altro che prendere atto che il Comune di Scicli, assente, non è interessato al riparto dei PAC. Adesso dobbiamo correre per tentare la strada della rimodulazione per il solo Comune di Modica. È una situazione che ci amareggia e che potrebbe crearci delle difficoltà»
A proposito di politiche per il sociale, che fine ha fatto il Doblò regalato da alcune aziende private locali al comune per i diversamente abili? Le volte in cui è stato utilizzato – ci dicono – si contano sulle dita di una mano, eppure ad Agosto, per la consegna, si è tenuta una presentazione in pompa magna alla presenza del campione di Scherma Giorgio Avola e dei commissari. Il problema – affermano nostre fonti – è che chi dovrebbe utilizzarlo non sa come funzioni, molti pensano sia a pagamento, il servizio non è stato mai pubblicizzato come merita.
L’accordo con il Cas per Truncafila
Ricollegandoci al tema rifiuti un’ altra decisione presa dai commissari e finita nell’occhio del ciclone, è stata quella relativa alla destinazione del sito di Truncafila a discarica di inerti tramite accordo con il Cas e in barba alle deliberazioni del consiglio comunale che in quei siti aveva previsto la nascita di un parco naturale. Stando all’accordo il parco naturale ci sarà e sarà realizzato dal Consorzio Autostrade, ma dopo che la cava avrà esaurito il suo compito di discarica per inerti, una scelta che lascia in tanti perplessi e della quale abbiamo parlato in maniera approfondita in un precedente articolo – leggi qui.
Tariffe alle stelle, impianti destinati all’abbandono
Chiusa la storia discarica apriamo quella delle tariffe: una delle delibere più discusse in assoluto della triade commissariale è la N 14 del 29/09/2015 attraverso la quale sono state aumentate le tariffe per l’asilo nido comunale e gli impianti sportivi. Il risultato è stato che molti genitori hanno ritirato i bambini dall’asilo e, per quanto invece riguarda gli impianti sportivi, la cui tariffa di utilizzo è passata da 9 a 26 euro all’ora, allo stato attuale vi sono solo due società che usufruiscono del Gedetico (impianto sportivo comunale), ma ad aprile, stando alle ultime informazioni, non rimarrà nessuno, con una struttura sportiva che resterà abbandonata al suo destino.
I commissari hanno tenuto a dire che:
«Tale scelta non è in alcun modo frutto di una valutazione discrezionale, ma l’ineludibile conseguenza della doverosa applicazione normativa. La condizione di pre-dissesto in cui versa il Comune di Scicli imponeva già dallo scorso anno, ed è la Legge dello Stato a disciplinarlo, che i servizi a domanda individuale fossero coperti almeno al 36% da parte dell’utenza. In caso di ulteriore, mancato adeguamento delle tariffe il Comune andrebbe incontro – anche per l’anno 2016 in relazione alla mancata copertura minima per l’anno in corso – a sanzioni pecuniarie da parte dello Stato, con minori trasferimenti.
Successivamente è venuta fuori una storia relativa ad una multa di 232 mila euro ricevuta dal comune di Scicli per non aver adeguato le tariffe come da norma, notizia risultata infondata e molto criticata da alcuni esponenti politici locali.
Una commissione straordinaria intransigente con le associazioni, niente contributi, a parte qualche rara eccezione, niente supporto, vedi ad esempio il Carnevale 2016 organizzato anche a scopo benefico, che alla fine stava rischiando di saltare per delle questione burocratiche e le condizioni troppo restrittive imposte dai commissari che, dal canto loro, non hanno previsto alcuna iniziativa per la ricorrenza.
L’Opposizione al ricorso del Comune
Ma se c’è una delibera che a tanti non è andata proprio giù è la n 63 del 18 settembre attraverso la quale la triade ha dato mandato all’avvocato esterno Carlo Comandè del Foro di Palermo, per resistere nel ricorso al TAR Lazio presentato da ex consiglieri comunali avverso lo scioglimento del Consiglio comunale per mafia (13 in tutto). L’onorario del Legale è di 8.754,72 euro, da prelevare dal bilancio comunale 2015. Fissato in euro 3.806,40 l’acconto di spese a presentazione di fattura. Questa delibera ha il sapore della beffa almeno per 3 motivi: perché dei commissari che sono dei dipendenti statali sentono la necessità di opporsi a un ricorso presentato contro il ministero già legalmente rappresentato dall’avvocatura dello stato? Perché, ancora, ricorrere ad un avvocato esterno quando il comune ha al suo interno un ufficio legale? Perché assegnare e già liquidare parte della somma all’avvocato scavalcando altri legali che, con sentenze già passate in giudicato, attendono dei soldi da parte dell’ente?
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