Last updated on 22 ottobre 2021
C’è un nuovo indagato nell’inchiesta, aperta dalla procura di Caltanissetta, sulla gestione dei beni confiscati da parte del tribunale di Palermo che ha travolto il giudice Silvana Saguto. Nell’indagine, secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia, è coinvolto anche l’ex colonnello della Dia Rosolino Nasca, attualmente in servizio per la guardia di finanza. Il graduato è indagato per rivelazione di segreto d’ufficio.
Nasca era stato citato più volte nelle informative della guardia di finanza e ora gli è stato notificato l’avviso di proroga delle indagini. Avrebbe divulgato la notizia di un allarme per la sicurezza della Saguto. Notizia che però non sarebbe stata attuale, ma risalente ad alcuni anni prima. Questo – secondo l’ accusa – allo scopo di dirottare l’attenzione dalle prime ombre che si addensavano sul capo dell’ex presidente della sezione, oggi sospesa da funzioni e parte dello stipendio.
Il pluridecorato colonnello Rosolino Nasca della Dia di Palermo era l investigatore che confezionava le proposte di sequestro di patrimoni ed era uno dei più fidati “problem solver” della Saguto. “Silvana stai serena, ti dico io come fare. Non comparirà da nessuna parte, non emergerà nulla. Viene assunto da una terza parte, quindi lo sappiamo solo noi due e tuo marito, il quale non avrà rapporti con Rizzo, è una cosa scientifica. Devi stare tranquilla, soprattutto per telefono, sempre”. Era l’8 luglio, si stava preparando il sequestro dell’impero dei boss Virga e il colonnello cercava di aggirare i problemi che, con la Saguto già nell’occhio del ciclone, impedivano di continuare ad assegnare incarichi al marito, l’ingegnere Lorenzo Caramma. Affidando quell’amministrazione giudiziaria ad una persona di fiducia del colonnello Nasca l’obiettivo sarebbe stato ugualmente raggiunto. “C’ho messo a Rizzo perché lo vuole Nasca – ammette la Saguto intercettata mentre parla con il collega romano Muntoni – ed è un sequestro sovrastimato dalla Dia. Su 30 aziende pochissime sono attive e i conti correnti sono tutti negativi”. Il colonnello faceva quello che voleva. È lui che “rende attuali” vecchie minacce e informa i giornali per cercare di rimettere in piedi la credibilità della Saguto incrinata da articolo di giornali e dalla martellante campagna di Telejato. Anche di questo si occupava Nasca: neutralizzare la stampa sgradita. Per provare a “spegnere” la tv di Partinico ( che per conservare le frequenze con il passaggio al digitale era entrata in un conzorzio con Telemed) si era rivolto a Walter Virga.
Una preoccupazione condivisa con Francesca Cannizzo, il prefetto di Palermo, grande amica della Saguto. “Ma che tempi abbiamo per Telejato?” chiedeva la Cannizzo alla Saguto che rispondeva: “Quello dice: ha le ore contate “.
Nasca non è più in servizio alla Direzione investigativa antimafia di Palermo. Dopo che nei mesi scorsi furono pubblicate le intercettazioni, l’ufficiale è stato trasferito a Torino dove è tornato a fare il finanziere.
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