Inchiesta beni confiscati. Se ne va anche il giudice Chiaramonte. Lo comunica in una nota il presidente del Tribunale di Palermo, Salvatore Di Vitale, che «preso atto della disponibilità di Lorenzo Chiaramonte, giudice della sezione Misure di prevenzione, a essere destinato ad altra sezione del Tribunale, ha designato al posto di Chiaramonte, Luigi Petrucci, finora gip, dando esecuzione immediata al provvedimento».
Chiaromonte è indagato per abuso d’ufficio, nell’ambito dell’indagine che ha coinvolto l’ex presidente delle Misure di Prevenzione, Silvana Saguto, indagata anche per corruzione. Chiaromonte non si sarebbe astenuto in occasione dell’incarico di amministratore di beni sequestrati a una persona a lui molto vicina.
«Questa determinazione – prosegue Di Vitale – intende tempestivamente garantire la continuità e la piena funzionalità di un organo giudicante, da anni centrale nella strategia di contrasto dello Stato alla criminalità mafiosa. Il provvedimento mira, altresì, ad agevolare i doverosi accertamenti in corso che potranno svolgersi in un clima di serenità idoneo a favorire i più dettagliati approfondimenti».
Il presidente del Tribunale, che aveva già sostituito Saguto con Mario Fontana, ha disposto l’acquisizione d’ufficio degli atti della sezione Misure di prevenzione, chiesti nei mesi passati, ma non arrivati nella loro completezza.
L’inchiesta della Procura di Caltanissetta, riguarda anche altri magistrati. Si tratta, in tutto, di una decina di persone individuate come gli attori di una rete che metteva insieme affari, relazioni di amicizia e legami familiari. Assieme a Silvana Saguto e Lorenzo Chiaramente, i pm nisseni hanno indagato altri due magistrati.
E, oltre all’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, sono finiti sotto inchiesta altri due amministratori giudiziari. Si aggiungono al marito e a uno dei figli del giudice. Anche il Csm ha aperto un fascicolo al vaglio della prima sezione, competente per i casi di incompatibilità ambientale e funzionale dei giudici.
Tra i nomi al vaglio dell’organo di controllo della magistratura ci sono anche quelli di Tommaso Virga, che del Csm è stato fino all’anno scorso componente togato, e del pm Dario Scaletta, componente della Direzione distrettuale antimafia e impegnato in una serie di indagini sui tesori di mafia. Il sostituto procuratore è indagato per rivelazione di notizie riservate. Sarebbe stato lui a informare Silvana Saguto delle indagini nei suoi confronti.
Il nome di Tommaso Virga, affiora dalle intercettazioni della Guardia di finanza, come quello del figlio Walter, amministratore dell’impero economico dei Rappa. Un altro caso di scambio di favori, sostengono i pm di Caltanissetta. Tommaso Virga nega di essersi mai interessato a vicende disciplinari nell’interesse di Saguto e si dice pronto a chiarire ogni cosa.
CSM. E’ il laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin il relatore al Csm del fascicolo che è stato aperto sui magistrati di Palermo coinvolti nell’inchiesta della procura di Caltanissetta sulla gestione dei beni sequestrati alla mafia e che vede al centro dell’attenzione Silvana Saguto, presidente dimissionaria della sezione Misure di prevenzione del tribunale. Il fascicolo è stato assegnato alla Prima Commissione di Palazzo dei marescialli, che già in settimana potrebbe decidere le prime iniziative. E’ prassi che il primo atto della Commissione sia in genere la richiesta di una relazione ai vertici degli uffici giudiziari, che hanno compiti di vigilanza sui magistrati del distretto: il presidente della Corte d’appello e il Procuratore generale. Solo dopo solitamente si valuta se disporre delle audizioni.
POSTIGLIONE. “Se ci saranno provvedimenti da prendere” nei confronti di amministratori di beni confiscati infedeli, “li prenderemo sicuramente”. Umberto Postiglione, a capo dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati e sequestrati alle mafie, assicura che l’Agenzia “è pronta a esaminare” quanto emergerà dall’inchiesta nissena sulla gestione dei beni confiscati da parte del tribunale di Palermo